TREKKING DELLE ANTICHE VIE
Trekking a piedi con notte in campo tendato
Da Campagnano a Civita Castellana (VT)

Partendo da Campagnano Romano (RM)
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Campagnano Romano

Il paese, situato su uno sperone roccioso tra il cratere di Baccano e la valle del Tevere, possiede un delizioso centro storico frutto di una storia secolare. Deriva il suo nome da un fondo agricolo di età romana: Fundus campanianus, anche se la frequentazione del territorio risale almeno al periodo etrusco con alcune presenze di epoca preistorica (rinvenimenti dal XVI-X sec a.C).
Nonostante siano stati rinvenuti reperti di età romana l’abitato è menzionato per la prima volta in una pergamena del 1076. In origine di proprietà del monastero di San Paolo, successivamente passò agli Annibaldi della Molara, quindi alla famiglia Orsini ed infine ai Chigi (1661). Nel periodo Medioevale era un ricco centro agricolo la cui economia era basata sulla produzione del vino e dei carciofi. Il passato medievale di Campagnano ha lasciato la sua importanza nei numerosi monumenti presenti nel centro storico. La settecentesca Porta Romana permette l'accesso alla parte più antica della città: entrando in corso Vittorio Emanuele si trova subito, sulla sinistra, Palazzo Venturi oggi sede del Museo Archeologico, della Biblioteca comunale e del Centro Culturale Permanente. Attraversando il Corso, ex Borgo Paolino, si sbuca in P.za Cesare Leonelli dalla quale si possono ammirare la Fontana dei Delfini, attribuita al Vignola, ed il Palazzo Municipale. Più avanti, dietro il Municipio si snoda il nucleo medievale con le sue torri, la Collegiata, il Campanile (del1600), l'Edicola della Fontana Secca (del 1500), e la Chiesa di San Giovanni Battista Decollato, costruita nel 1515 sui resti di un'antica chiesa.

e seguendo la via Francigena
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La via Francigena

Costeggiava l’antica via Cassia ed era un itinerario di pellegrinaggio che attraversava l’Europa per giungere a Roma. La relazione di viaggio più antica risale al 990 ed è stata compiuta da Sigerico, arcivescovo di Canterbury. L'arcivescovo inglese descriveva le 80 tappe del suo itinerario verso Canterbury, annotandole in un diario. La descrizione del percorso è stata assai precisa, unicamente per ciò che riguardava i punti di sosta (Mansio). Il documento di Sigerico rappresenta una delle testimonianze più significative dell’esistenza della via Francigena, questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medioevale, ma non esaurisce le molteplici alternative che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi. Ancora oggi sono rintracciabili sul territorio le memorie di questo passaggio di pellegrini che ha strutturato profondamente le forme insediative e le tradizioni dei luoghi attraversati. Un passaggio continuo che ha permesso alle diverse culture europee di comunicare e di venire in contatto, forgiando la base culturale, artistica, economica e politica dell'Europa moderna. A partire dal 1994 la Via Francigena è stata dichiarata "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa" assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, una dignità sovranazionale. L'interesse, dapprima limitato agli studiosi, poi estesosi a molti che, dopo aver percorso il Cammino di Santiago, desideravano arrivare a Roma a piedi e poi a Gerusalemme, ha fatto nascere una rete di amanti della Francigena che, con vernice e pennello, hanno cominciato a segnare sentieri e percorsi. Dove possibile si è cercato di recuperare il tracciato originario, ma a volte si è scelto di deviare dal percorso storico in favore di sentieri e strade meno trafficate. Constatando il sempre maggiore interesse per il Cammino di Santiago, è oggi chiaro che anche la Francigena è un tesoro dal punto di vista turistico, e se questo ha portato le amministrazioni pubbliche a prendere coscienza dell'importanza del fenomeno ha anche portato alcuni ad approfittarsi, ad esempio deviando il percorso pur di farlo passare nei pressi di quel bar o di quell'altro ristorante.

ci orienteremo in direzione di Calcata (VT)
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Calcata (VT)

È costruita su uno spettacolare sperone tufaceo sulla valle del Treja, in una zona abitata fin dalla metà del II millennio a.C.
Sui colli intorno a Calcata e soprattutto su Narce, Pizzo Piede e Monte Li Santi, scavi archeologici hanno individuato tracce di un grande abitato falisco che ebbe la sua massima fioritura tra il VII e il VI secolo a.C. I Falisci erano una popolazione italica connessa con il mondo etrusco ed avevano come capitale Falerii Veteres, l'odierna Civita Castellana. Nel 241 a.C. tutta l'area passa sotto la dominazione romana. Il borgo, come si può ancora oggi vedere, conserva una struttura medievale. Fu feudo degli Anguillara, dei Sinibaldi e, infine, dei Massimo. Attualmente Calcata è un delizioso borgo che nel tempo è divenuto famoso per l’arte e il fervore culturale. Negli anni sessanta, in seguito a crolli delle pareti tufacee, il borgo era stato reso inagibile e progressivamente venne abbandonato. Artisti e viaggiatori, provenienti da tutto il mondo, compresero il valore inestimabile di questa zona ed iniziarono a rivalutarla, scegliendola come abitazione e dandole una nuova vita.

e dell’Agro falisco.
Giungeremo per il pranzo a Monte Gelato,
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Monte Gelato

Lungo la statale che unisce il paese alla via Cassia si trova Monte Gelato, uno dei luoghi storici più significativi della Valle del Treja. Il complesso è costituito da una torre, da una mola, dalle cascate formate dal fiume Treja in corrispondenza di uno strato di tufo litoide denominato "piperno", da una villa romana ora ricoperta, e dal Castellaccio, a poche centinaia di metri dalle cascate. Particolarmente interessante è il mulino ad acqua, funzionante fino al dopoguerra.

luogo conosciuto per essere stato location di famosi film e località di svago e bagni estivi per gli abitanti della zona oltre che di molti romani. Nel pomeriggio proseguimento del percorso lungo il Fiume Treja e arrivo a Calcata Vecchia, affascinante paese arroccato su uno sperone di tufo che domina la Valle del Treja, breve visita al borgo e trasferimento al campo.
Cena e pernottamento sotto le stelle.
Il mattino seguente riprenderemo l’antica via Narcense
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La via Narcense

L’antica via Narcense che, fin dall’età del bronzo, collegava Mazzano e Calcata a Civita Castellana e costituiva l’asse principale di un fitto reticolo di sentieri di fondovalle, particolarmente utilizzati dalla popolazione locale lungo tutto l’arco del Medioevo. Si tratta di un affascinante itinerario che si snoda in parte seguendo il corso del fiume Treia ed ospita suggestive memorie storiche ed artistiche oltre ad essere un luogo di interesse naturalistico.

attraverso le forre e lungo il Fiume Treja per giungere infine a Civita Castellana (VT), l’antica città etrusca di Falerii Veteres.
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Falerii Veteres

Fu la città più importante dei Falisci, un popolo dell'Italia antica, di ceppo linguistico differente a quello degli Etruschi, e con un'entità etnica diversa da questi ultimi, nonostante in alcuni periodi della sua storia si notino dei chiari contatti tra le due culture. Il territorio dello Stato falisco era compreso tra i confini naturali del fiume Tevere, dei Monti Cimini e Sabatini, corrispondente a parte della provincia di Roma a nord della capitale ed al settore meridionale della provincia di Viterbo. Le città principali della nazione falisca erano, da nord a sud,Vignanello, Fescennium, Falerii (Civita Castellana, la capitale), Sutri, Nepi, Capena e Narce (presso l'odierna Calcata). Il primo insediamento dell'antica città di Falerii Veteres sorse, con ogni probabilità, sul colle di Vignale, dove sono stati rinvenuti reperti ceramici risalenti all'età del Bronzo finale, come testimonia un piccolo nucleo di tombe a pozzo situate nella valle di Celle, ai piedi del colle. Successivamente la popolazione si insediò sul pianoro adiacente (quello che oggi ospita il centro storico di Civita Castellana) facendo fiorire una civiltà con un'organizzazione sociale definita ed un florido commercio collegato ai territori circostanti ed al mondo greco.
Falerii Veteres raggiunse il massimo splendore nel V secolo a.C., confermandosi incontrastata capitale politica e culturale del territorio falisco. Numerosi reperti attestano l'importanza della città, come il tempio di Giunone Curite ed il tempio di Mercurio (i cui resti sono esposti nel Museo di Villa Giulia a Roma). La statua dell'Apollo, anch'essa conservata nel medesimo museo, proviene da un altro tempio situato in località Scasato.
Le necropoli più importanti, come Montanaro, Colonnette, Valsiarosa,Terrano, Penna e Celle, erano situate in prossimità del centro abitato ed oggi sono difficilmente identificabili a causa dello sviluppo urbanistico di Civita Castellana.
Sotto la spinta espansionistica di Roma, già nella seconda metà del V secolo, i rapporti da sempre esistenti con le vicine genti etrusche, si trasformarono in vere e proprie alleanze per contrastare il pericolo di invasione. Nel 241 a.C., dopo un assedio durato sei giorni, Falerii Veteres fu distrutta dai Romani e i superstiti, privati dei beni e della metà del loro territorio, furono deportati in una città costruita ex novo su un pianoro poco distante cui fu dato il nome di Falerii Novi.
Molti reperti rinvenuti nelle necropoli di Falerii e delle vicine città falische sono custoditi presso il Museo dell'Agro Falisco allestito negli anni '50 presso il Forte Borgiano.


Rientro con mezzi dell’organizzazione.
Dove: da Campagnano Romano (RM) a Civita Castellana (VT)
Durata complessiva: 1 giorno e ½;
Durata a tappe: 1° giorno 5-6 ore, 2° giorno 2-3 ore;
Dislivello: MT 179;
Lunghezza complessiva: 25 km circa;
Lunghezza a tappe: 1° giorno 15 km, 2° giorno 10 km;
Difficoltà percorso: MEDIA: Percorso su sentiero non in perfette condizioni e/o che presenta alcuni passaggi mediamente impegnativi e/o guadi, e/o dislivello inferiore ai 300mt totali;
Preparazione fisica: MEDIA: attività adatta a chi svolge un’attività fisica non regolare o a chi ha già svolto con noi 1 delle nostre escursioni;
Distanza da Roma centro: 40 km;
Obblighi abbigliamento/attrezzatura: scarpe da trekking, pantaloni lunghi, zainetto (oltre al bagaglio principale) per il trasporto dell’occorrente al cammino, borraccia, 1 cambio completo, kway, cappello, sacco a pelo;
Consigli abbigliamento/attrezzatura: macchina fotografica, torcia, binocolo, salviette umidificate, anti zanzare, coltello multiuso, ecc.;
Tipologia alloggio: tenda;
Tipologia pasti: 1 pranzo al sacco (non fornito) ,1 aperitivo (formaggio e salumi locali, vino bianco), 1 cena bbq (1 bistecca di maiale o vitello, 1 salsiccia, bruschette, insalata fagioli-sedano-noci) sotto le stelle, dolce, vino, acqua, caffè, 1 colazione (caffè, te, biscotti, fette biscottate, pane, marmellata, crema di nocciole) ;
Attrezzatura tecnica fornita dall'organizzazione: tenda da 1/2/3/4 posti, attrezzatura da campeggio (lanterne fotovoltaiche, tavolo e sedie, copertura in caso di pioggia, tavolo e gazebo preparazioni, area fuoco e bbq, raccolta rifiuti differenziata);
Accessibilità passeggini/carrozzine: no;
Trasporto: consigliata auto propria;
Trasporto pubblico: è possibile raggiungere il luogo di partenza del trekking da Roma con gli autobus Cotral, clicca qui per visitare il sito.

 
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: €75,00 a persona
Offerta:
2 persone €129,00

La quota include: 1 Guida ambientale escursionistica h24, 1 guida logistica h24, 1 mezzo logistico h24, trasporto bagagli, 1 aperitivo, 1 cena, 1 colazione, tenda da 2/3/4 posti, attrezzatura da campeggio, assicurazione.
La quota non include: quanto non indicato ne “la quota include”

SERVIZI AGGIUNTIVI
- Noleggio sacco a pelo e materassino espanso € 10,00
- Cestino pranzo € 10,00


NOTE: in caso di pioggia l'attività verrà rimandata;

Per info e prenotazioni chiama il +39 328.4385750 oppure CLICCA QUI e prenota on-line

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